Paolo Cellamare - PROMENADE |
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"Promenade" è una passeggiata
tra minute macerie e modeste, possibili, idee di
esistenza; che poi essa avvenga per il tramite delle arti
visive è un incidente di viaggio non provo di
importanza. Anzi. Al centro di questo itinerarrio sono incisioni, tele, lavori su carta, tecniche miste. Come in un "Grand Tour" d'altri tempi, il viaggiatore percorre strade attualissime e sentieri poco battuti. Le prime costeggiano i firmamenti del nostro quotidiano: si tratta di noti paesaggi, di furbe passeggiate, di oggetti di uso comune. E però scopriamo incontri inattesi, tra le materialità della sostanza cromatica, il suo aprirsi e chiudersi alla trasformazione delle forme, e l'evoluzione dei segni (di matita o colore), il loro accavallarsi in nuclei di concentrazione o il loro dipanarsi più libero, in uno spazio più ampio. A cavallo di una figuratività non del tutto osata ed un senso inesausto di riaffiorante infiguratività. I secondi scoppiano nel folto di selve più riservate, di piante più nascoste, oppure di radure più affollate, dove l'incantesimo del sole si produce meno timido e scontroso. Ci scopriamo Gulliver o Nemo, e il Nautilus ci attraversa fitto fitto. Infine, l'ultimo paesaggio: i discorsi e le parole sono quelle della scuola d'infanzia, ma anche i discorsi soliti e le più amate parole. |
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