DIPINGERE LA MERAVIGLIA

Dalla Terra ...alla Pittura: è il percorso di un viaggio, una ricerca ...è l'esperienza della conoscenza che per Paolo è in continuo divenire, sempre in fieri, mai un obiettivo raggiunto ma un'esplorazione incessante che accompagna tutta la vita. L'arte diventa allora un particolare strumento per conoscere le cose del mondo (e quindi se stessi).

Il punto di partenza di questo viaggio sono le cose stesse - la terra. Prima di tutto è un atto di manipolazione, la sua è un'esperienza della manualità, fare esperienza del "corpo" stesso della pittura (colore, segno...), forzarlo ed esplorarlo per tornarvi ogni volta con una sempre maggiore e rinnovata consapevolezza, arricchito di nuove suggestioni e incontri...

Formalmente la pittura di Paolo sembra rifarsi all'arte infantile, all'Art Brut, ad un segno pittorico molto grafico che svela la natura del gesto. Ma questo gesto non è solo una cifra estetica (o forse non lo è per niente, sebbene i quadri siano iconograficamente riconoscibili). Per Paolo la pittura non è un risultato ma la risultante di un'operazione che lui stesso definisce "maieutica": attraverso la pittura si impegna ad operare una riduzione del linguaggio pittorico che non è emulazione dei linguaggio infantile, ma metodologia, presentando sulla tela un processo di formazione (e non forma) che fa pensare ai mondi possibili della pittura di Klee, popolata di figure che sono tanto più vicine alla sensibilità umana, quanto più sono dissolte, appena accennate, alluse... e concluse, d'altra parte, dalla fantasia di chi guarda.

Nella Vita di Apollonio da Tiana, Flavio Filostrato (sec. Il d. C.) parla del concetto di phantasia (si noti la radice comune con fantasma): "la phantasia è un'artista più abile della mimesis, perché realizza anche ciò che non ha visto” e che deve essere completato dalla mia immaginazione.

Nella pittura di Paolo troviamo il mondo favoloso dell'infanzia, quella dei bambini con cui lavora da anni, e quella imparata ad amare nelle pagine del “suo" Gianni Rodari.

E quello dell'artista-bambino è un rapporto con il mondo privilegiato: dall'ineluttabile Pesantezza del Vivere (l'inerzia e l'opacità del mondo oppresso dai suoi vincoli e condizionamenti), come direbbe M.Kundera, all'insostenibile Leggerezza dell'Essere, per proporre della realtà letture inedite e fantastiche, assumendo uno sguardo sempre rinnovato e "meravigliato" su di essa.

"Si può parlare agli uomini anche parlando di gatti e si può parlare di cose serie ed importanti anche raccontando fiabe allegre. Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire ad educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo...", ci dice Rodari: non si tratta di fuga nel sogno o nell'irrazionale... dipingere la meraviglia... che è anche la stessa che per i greci stava a fondamento della filosofia!

Barbara D'Ambrosio - Francesco Ventrella